L’olfatto e le emozioni

Ti è mai capitato che un profumo ti catapultasse indietro nel tempo?

Questa mattina a Udine mentre camminavo assorta nei miei pensieri, una signora che avanzava verso me, di botto mi aveva fatto rivivere dei ricordi ben precisi.

Portava un profumo che avevo riconosciuto subito!

Solitamente lo usava mia nonna.
Lei ormai non c’è più da quasi tre anni, ma il suo ricordo è presente e vivo anche in queste piccole cose.
Ogni volta l’emozione è inaspettata ed è capace di regalarti un sorriso, legato ai momenti indimenticabili vissuti assieme.

Facendo delle ricerche riguardanti il senso dell’olfatto mi sono soffermata su un progetto che ritengo calzante all’argomento.

Ho scoperto Madeleine, progettata dalla designer Amy Radcliffe.

La designer lo descrive come una macchina analogica degli odori.
Madeleine è in grado, assieme ad altri stimoli sensoriali di ricreare una esperienza passata, tramite la registrazione di informazioni molecolari degli odori.
L’aroma viene estratto tramite una pompa e con dei tubi, viene raccolto e trasportato all’unità principale dove una resina assorbe le particelle.
La formula prodotta contiene tutte le caratteristiche della fragranza catturata.
A questo punto può essere riprodotta meccanicamente, tramite l’incisione su un disco di bronzo, mentre la fiala ne cattura l’essenza.

Il nome Madeleine ricorda inequivocabilmente la madeleine di Proust nel libro “Dalla parte di Swann”, in cui il passato diventa presente grazie ai sensi.

Qui l’estratto dal libro:

«Al mio ritorno a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di bere, contrariamente alla mia abitudine, una tazza di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, cambiai idea. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti che chiamano Petites Madeleines e che sembrano modellati dentro la valva scanalata di una “cappasanta”. E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine.


Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente mortale. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente?

 
Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava? Dove afferrarla? Bevo una seconda sorsata nella quale non trovo di più che nella prima, una terza che mi dà un po’ meno della seconda. È tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire. È chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me. È stata lei a risvegliarla, ma non la conosce, e non può far altro che ripetere indefinitamente, con la forza sempre crescente, quella medesima testimonianza che non so interpretare e che vorrei almeno essere in grado di richiederle e ritrovare intatta, a mia disposizione ( e proprio ora ), per uno schiarimento decisivo.


Depongo la tazza e mi volgo al mio spirito. Tocca a lui trovare la verità… retrocedo mentalmente all’istante in cui ho preso la prima cucchiaiata di tè. Ritrovo il medesimo stato, senza alcuna nuova chiarezza. […] All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio».

Marcel Proust attraverso queste righe ci accompagna in un processo in cui la memoria viene risvegliata dalle percezioni sensoriali.

L’olfatto è primordiale, è uno dei primi sensi che si sviluppa e diviene fondamentale nell’elaborazione di ciò che è istintivo.
Il nervo olfattivo nel feto si forma durante la settima settimana di gestazione ed è determinante per riconoscere l’odore della propria madre.

L’area del cervello che elabora l’olfatto è connessa al sistema limbico, la parte implicata nelle emozioni e a tutte le reazioni associate alla sopravvivenza.

Perciò olfatto, emozioni e ricordi sono strettamente legati fra loro.

Gli odori sono molto importanti, sono in grado di stimolare la fame, metterci all’erta, sono fondamentali per l’attrazione sessuale e chiaramente ci permettono di viaggiare nel tempo.

Anche a te capita di rivivere episodi passati nel tuo presente grazie alle esperienze sensoriali?

Scrivi cosa ne pensi qui sotto!

Olfatto e emozioni

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